Propulsione poco energivora
I sistemi propulsivi, nella loro storia relativamente recente, sono stati energeticamente poco efficienti, nel senso che le trasformazioni energetiche, che li caratterizzarono per lungo tempo, non furono particolarmente efficienti.
Nel tempo, lo spreco di energia causato da propulsori poco efficienti è stato rilevante.
Una larga parte dei sistemi propulsivi comporta due distinte trasformazioni energetiche.
Una prima trasformazione è attuata da un motore che trasforma l'energia chimica di un carburante o l'energia elettrica in energia cinetica, per esempio, su una nave il motore marino trasforma l'energia del carburante in energia cinetica dell'albero motore.
Per mezzo di un congegno propulsivo, una seconda trasformazione trasforma l'energia cinetica, fornita dal motore, in spinta propulsiva. Nell'esempio marino, la seconda trasformazione è attuata dall'elica la quale produce la spinta che muove la nave.
Tralasciando di considerare l'efficienza energetica dei motori e considerando solo quella riguardante la parte propriamente propulsiva, si può dire che, ancora oggi, molti propulsori non sono energeticamente efficienti e parsimoniosi.
Rimanendo sull'esempio nautico, le attuali eliche producono turbolenza e rumore e questo fatto comporta non poco spreco di energia.